Il viaggio di cui vi voglio parlare oggi è una esperienza emozionante e speciale per diversi motivi. Per prima cosa, mi sono accorta di non aver esplorato granchè della regione in cui vivo in questi dieci anni a Roma ed è per questo motivo che ho dato vita al progetto “Discovering Rome for the first time in ten years”. Visitare dunque luoghi mai visti prima del Lazio è stato per me fonte di motivazione ed entusiasmo. In secondo luogo questo viaggio mi ha permesso di vivere momenti incredibili di condivisione e scoperta, arricchendo il mio cuore in un modo del tutto nuovo. Ma non è forse ogni viaggio una ricchezza per il cuore? Io penso proprio di sì. Infine, poter tornare ad esplorare liberamente i luoghi che desidero visitare mi ha resa la persona più felice del mondo anche perché in questo caso non si è trattato di un viaggio in solitaria ed è stato speciale. In questo articolo vi mostrerò qualche immagine e condividerò alcune informazioni e aneddoti dei luoghi che ho visitato durante il viaggio a Sperlonga e dintorni..
Finalmente si ri-parte!
Sperlonga è una cittadina marittima situata nel Lazio meridionale in provincia di Latina. Il paese si sviluppa lungo due riviere distinte che costituiscono la Riviera di Levante e quella di Ponente. Sperlonga si presenta subito in tutto il suo splendore in quanto è possibile scorgere sin dalla Statale Flacca la disposizione caratteristica arroccata sul Monte Magno. Tutte le case della cittadina sono tinte di bianco tanto da ricordare a primo impatto le atmosfere calde e paradisiache della Grecia, mentre le labirintiche viuzze sul promontorio sono impresse delle antiche atmosfere del borgo marinaro.
Sperlonga mon amour!
Parto da Roma in direzione Sperlonga con l’auto percorrendo in totale circa 129 km. L’itinerario all’andata prevedeva la SR (strada regionale) passando quindi da Terracina e Fondi. Arrivo nel pomeriggio e decido di esplorare immediatamente la parte vecchia del paese. Per poterla scoprire è necessario salire lungo le rampe di infiniti scalini bianchi. Può sembrare una sfacchinata ma tutto il percorso è pieno di scorci e dettagli incantevoli da ammirare e vi posso garantire che la fatica della salita non si percepisce.
Percorrendo le stradine in salita è possibile trovare ristoranti, hotel e bed and breakfast nascosti in ogni angolo pronti ad offrire le più belle viste del posto. Proseguendo fino in cima ho potuto ammirare la meravigliosa vista panoramica dall’alto che credetemi merita assolutamente! Inoltre dalla panoramica si possono scorgere entrambe le riviere (Levante e Ponente) che vengono illuminate dal sole solamente per metà giornata, una la mattina e l’altra il pomeriggio.
Tornata sulla riviera Levante alla punta del promontorio da cui sorge il borgo, noto una singolare torre costiera che decido ovviamente di andare a visitare. Si tratta della Torre Truglia, una delle quattro torri di avvistamento di Sperlonga. La particolarità di questa torre è data dalla sua architettura a bastione rettangolare e dal colore totalmente bianco. Scopro che la Torre Truglia, sebbene eretta durante la prima metà del 1500, è stata nel tempo restaurata molteplici volte in quanto distrutta e ricostruita prima dai pirati del corsaro Barbarossa e poi dai turchi.
Giorno 2: Fondi e Terracina, tra borghi medievali e antichi Templi
Il giorno seguente decido di esplorare i paesi limitrofi scegliendo come tappe del giorno Fondi e Terracina. Il mio scopo era di visitare i luoghi addentrandomi nei borghi e conoscere qualcosa di più sulle tradizioni locali. Devo ammettere che Fondi è stata una delle sorprese più inaspettate di questo viaggio. Il paese custodisce un centro storico tra i più ricchi della provincia. Circondata da tre laghi, tra cui il Lago costiero di Fondi visibile lungo il tragitto e famoso per la sua forma falciforme, Fondi si divide in due nette zone: il borgo medievale, o la Fondi antica, e l’area popolare. Ho personalmente visitato entrambe le zone perchè amo scoprire le bellezze antiche di un luogo quanto quelle moderne e popolari, quindi ve le mostrerò entrambe. Il giorno in cui mi sono recata a Fondi era un sabato e la cittadina era inaspettatamente deserta tanto da creare un’atmosfera quasi surreale. Le attività commerciali erano chiuse e nel borgo ho incontrato pochissimi passanti. Mi chiedo subito il motivo di quello scenario e scopro che a Fondi risiede da secoli una consistente comunità ebraica e di conseguenza il sabato era considerato il giorno di riposo in quasi tutto il paese. Affascinata da questa scoperta continuo ad esplorare le stradine in solitaria e giungo al bellissimo Castello baronale: il Castello Caetani.
Il Castello Caetani nasce in epoca romana ma la sua costruzione è passata attraverso differenti epoche e maneggiamenti. Inoltre, la merlatura del mastio venne abbattuta nei primi anni del 1800 e successivamente l’intero Castello diventò un carcere.
Continuo la mia camminata immersa nel silenzio di un posto incredibile tra edifici medievali e le suggestive montagne che si possono scorgere con lo sguardo all’orizzonte. Decido di camminare senza meta e lasciarmi andare all’esplorazione e giungo in una piazza bellissima e molto ampia. Si tratta di Piazza Alcide de Gasperi, la piazza in cui si collocano gli uffici municipali e che dispone di un enorme anfiteatro.
Alle spalle dell’anfiteatro si trova una piccola scalinata con il famoso Monumento ai Caduti, il mosaico recentemente restaurato di Domenico Purificato. Lì decido di prendermi qualche minuto di relax e sedermi sugli scalini per osservare la piazza che deserta sembra ancora più immensa.
Dopo essermi goduta quei minuti di pace ai piedi dei Monti Aurunci, decido di proseguire la mia esplorazione e mi dirigo a Terracina.
Terracina ha una storia tutta particolare. Il paese si colloca a sud dell’incantevole promontorio del Circeo e si sviluppa dal Monte Sant’Angelo al Lungomare Circe. Sebbene già sotto l’influenza romana, Terracina fu occupata dai Volsci che cambiarono il suo nome in Anxur in riferimento a Giove in età fanciullesca per poi subire l’invasione barbarica durante la quale venne sostituita l’antica cinta muraria volsco-romana.
Sulla cima del Monte Sant’Angelo si erge l’imponente tempio romano conosciuto con il nome di Tempio di Giove Anxur come nominato dai Volsci, anche se recentemente è stato scoperto che il Tempio era dedicato molto probabilmente alla divinità Venere e non a Giove. Conquistato definitivamente alla fine del V secolo dai romani nel monte fu eretto il primo santuario legato ai culti oracolari che poi venne distrutto, incendiato ed infine, in epoca medievale, abbandonato. Il santuario come attualmente visibile mostra il rifacimento di epoca sillana e poi rimaneggiato per l’inserimento del Monastero di San Michele Arcangelo.
Come la ricostruzione virtuale del santuario ci suggerisce, il Tempio era costituito da un campo trincerato militare posto a protezione dello stesso santuario, da un grande tempio raggiungibile da una scalinata di dodici scalini, da una terrazza del tempio con la roccia oracolare e la grotta, ed infine da un piccolo tempio ad ovest di origine probabilmente molto più antica delle altre aree.
Il Tempio di Giove è raggiungibile in auto ed è visitabile al suo interno. Oltre alla visita del Tempio è possibile fare una sosta lungo la strada per ammirare il panorama mozzafiato che la vista regala: vi garantisco che è una esperienza imperdibile!
Giorno 3: Gaeta romantica… e gustosa
Il giorno successivo mi sveglio carica e desiderosa di continuare la mia esplorazione. La tappa del giorno è Gaeta! Sita nel Golfo di Gaeta, la cittadina è avvolta da misteriose ed affascinanti origini e passa attraverso numerose conquiste e colonizzazioni. Ciò che è certo è che Gaeta ai giorni d’oggi si presenta come una graziosa e romantica località marittima ricca di palazzi nobiliari, edifici religiosi e architetture militari.
Ho percorso a piedi l’intera cittadina partendo dal lungomare e proseguendo fino in cima tra le stradine e i vicoli medievali. Ad ogni passo Gaeta riesce a regalare scenari ed atmosfere diverse e piene di un fascino antico che solo percorrendo quei luoghi è possibile capire.
Uno degli impatti visivi più suggestivi è sicuramente la veduta esterna della Chiesa di San Francesco. La particolarità di questo edificio religioso dallo stile neogotico è la sua collocazione scenografica ed architettonica, una costruzione in posizione decisamente dominante sul versante del Monte Orlando, quindi sempre visibile sin dalla parte bassa della città, e rivolto verso il Golfo di Gaeta.
Frontalmente alla Chiesa di San Francesco, nell’area più alta del borgo medievale, si erge in modo altrettanto dominante il Castello Angioino-Aragonese. Questa doppia nomenclatura è data dalla differente realizzazione delle due ale distinte. L’ala occidentale è quella più antica e prende il nome di Castello Angioino, mentre l’ala orientale circondata da quattro torrioni angolari è di costruzione più recente e prende il nome di Castello Aragonese.
Dalla sommità della collina, che domina il Golfo ed il porto, è possibile godere di un’altra delle bellissime visuali panoramiche del territorio. Mi sono sentita particolarmente emozionata quando, ancora assorta ad osservare le mura medievali del Castello dalla prospettiva della Chiesa di San Francesco, ho voltato lo sguardo verso il meraviglioso panorama dall’alto dell’intero Golfo alle mie spalle.
Ancora emozionata e piena di entusiasmo ripercorro le stradine del centro storico questa volta per recarmi nuovamente sul Lungomare. Era l’ora di pranzo e avevo un po’ fame e con mia grande gioia scorgo una bottega gastronomica eccezionale nella piazza frontale al porto. Qui scopro il piatto tipico e tradizionale che si chiama Tiella. Come ogni ricetta tradizionale che si rispetti si tratta di un prodotto di street food portato avanti da generazioni. La Tiella è una sorta di torta salata che nasce dalla cucina povera e che nel tempo è finita per essere tra i piatti principali delle famiglie nobiliari. La ricetta tradizionale tipica vuole la Tiella ripiena di polpi, calamari, e pomodori freschi ma è ormai possibile trovare Tielle con ogni ripieno possibile. Vi consiglio assolutamente di provare questo squisito piatto locale!
Giorno 4: Itri che sorpresa!
Ultimo giorno del mio viaggio e decido di trascorrerlo in esplorazione di un posto pazzesco: Itri. La visita di questo luogo è nata in modo del tutto casuale, osservando le indicazioni stradali. Non avevo mai sentito parlare di questo paese prima e ho voluto provare a seguire la mia intuizione.
Itri è un posto incredibile, nascosto dalla costa e che si sviluppa all’interno di una caratteristica vallata tra le falde occidentali dei monti Aurunci. Il piccolissimo paese medievale è ricco di architetture religiose, siti archeologici e del fantastico Castello dal torrione cilindrico anche chiamato Torre del Coccodrillo. Dalle importanti alture di Itri è possibile godere, nelle giornate più limpide, della vista del Circeo, di Ischia e del Golfo di Gaeta.
L’intero paese si sviluppa tra stretti vicoli e timide piazze di una bellezza antica e fiera. Infine, ma non certo per importanza, imperdibile una visita a Piazza Fra Diavolo, il caratteristico centro di ritrovo del paese il cui nome omaggia il famoso brigante che rubava a danno dei francesi di Napoleone Bonaparte.
Tutto ciò che posso dirvi è che se vi trovate nei paraggi dovete visitare questo paese assolutamente, sono sicura che non ve ne pentirete!
In conclusione, sono molto felice di aver potuto condividere qui questo viaggio ricco di meraviglia con voi. Se volete visitare questi luoghi e volete chiedermi informazioni o suggerimenti potete contattarmi in privato via mail o tramite Instagram. Se infine l’articolo vi è piaciuto potete supportarmi iscrivendovi al mio blog o condividendo l’articolo con i vostri amici (e mi farete felice!).
A presto per un nuovo viaggio!
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